Roma, 18 novembre 2025 – Se un terzo degli adolescenti guarda con pessimismo al proprio futuro nell’intero Paese, il dato sale di 10 punti (43%) fra le ragazze ed i ragazzi che vivono in aree più “difficili”, periferie e zone in deficit di servizi. Differenze che emergono anche rispetto agli ambiti delle opportunità di relazione tra pari, di praticare attività sportive o ricreative, di sentirsi sicuri, che segnano una crescita in salita per ragazzi e ragazze che vivono in are più difficili rispetto ai loro coetanei. Non si tratta “solo” di una questione di servizi. Gli adolescenti che oggi vivono in periferie o quartieri difficili sono privati della fiducia: verso il prossimo, ma anche nel futuro.
Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine promossa da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e condotta dall’Istituto Demopolis in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre. L’indagine, oltre al focus sulle periferie, ha posto l’attenzione anche sulle percezioni dell’opinione pubblica, e dei genitori con figli minori in particolare, sulle opportunità di crescita dei più giovani.
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Le diverse analisi, condotte a partire dal 2019, hanno valutato quale motore fondamentale di relazioni e crescita siano le attività extrascolastiche. Ma l’eventualità che in Italia i 14-17enni le pratichino non è scontata e risulta talora residuale: il 72% non svolge attività o laboratori musicali, artistici o teatrali; oltre un terzo (35%) non pratica alcuna attività fisica o sportiva, con un dato che cresce fra le ragazze fino al 48%.
Ma la possibilità di praticare attività extrascolastiche nel proprio quartiere di residenza non vale per tutti gli adolescenti allo stesso modo. Nelle zone “difficili”, la dimensione di opportunità dichiarata dai ragazzi residenti crolla di oltre 30 punti, sia per le attività ludiche e culturali che per lo sport.
Eppure, se dovessero scatenare fantasia e desideri su che cosa vorrebbero in più e di meglio nel proprio quartiere di residenza, gli adolescenti rispondono con dichiarazioni di pragmatismo a tratti sorprendenti: serve ripartire dai prerequisiti minimi. Servirebbero luoghi per incontrarsi con gli amici o fare nuove amicizie (44%), ma anche maggiore pulizia (43%) e sicurezza nella propria zona (40%), con dati che si inaspriscono nei quartieri più complessi e nelle periferie delle città italiane.
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